qershor13
Vagabonding
Regjistruar: 05/02/2003
Vendbanimi: Rio
Mesazhe: 2547
|
Vittorio Sereni
Vittorio Sereni nasce a Luino, sul Lago Maggiore, nel 1913, ma la sua cittÃ_ d'adozione è Milano, dove ha vissuto per quasi tutta la vita facendo inizialmente l'insegnante e poi il dirigente alla Mondadori. La sua opera più importante è Gli strumenti umani, uscita a Milano nel 1965 e più volte ristampata. La critica ha ormai riconosciuto a questo libro un posto di primissimo piano nella produzione poetica non solo italiana del secondo dopoguerra; Franco Fortini lo ha definito "uno dei libri di poesia più impegnativi e densi fra quanti ne sono stati scritti nel trentennio successivo alla seconda guerra". Vittorio Sereni appare così, ora, come il maggior lirico della generazione post-montaliana ed esercita una notevolissima influenza sulle generazioni più giovani.
Appare centrale, nella sua produzione, l'esperienza della prigionia in Algeria e Marocco tra 1943 e 1945. Da essa nasce il Diario d'Algeria, misto di versi e prose in cui la tragedia personale dell'uomo condannato alla segregazione da una guerra insensata diventa simbolo della crisi di un'intera generazione e di un'epoca; lo stesso rimando continuo dall'esperienza individuale alle grandi vicende della storia si ritrova ne Gli strumenti umani, dove il sentimento di estraneitÃ_ dal mondo (Non lo amo il mio tempo, non lo amo) ben riflette la delusione per la sconfitta degli ideali democratici e socialisti in Italia e nel mondo e l'impossibilitÃ_ di inserirsi veramente nel corso storico, quasi perdurasse una incaccelabile condizione di prigioniero. All'origine dello smarrimento di certezze, psicologiche e ideologiche, sta una radicale insicurezza di sè e del proprio ruolo; si riafferma dunque il primato di quel che vive al di fuori dell'uomo e gli sopravvive, e si precisa anche una tematica giÃ_ presente nelle prime raccolte, il culto dei morti tramite cui si rivela sia la fragilitÃ_ che la veritÃ_ ultima delle cose. A questa disperazione di fondo fanno da controcanto continuo gli scatti della gioia, una gioia che nulla ha a che fare con la felicitÃ_ ma che riesce tuttavia a illuminare alcuni versi con percezioni fulminee dei sentimenti dell'amore e dell'amicizia. Come ha scritto Guido Piovene "Sereni è uno dei pochi poeti che sanno dare parole adeguate alla gioia".
Uno dei saggi più acuti e brillanti dedicata a Sereni porta la firma di Franco Fortini, che così conclude: "Per quel tanto di sfocato che hanno le liriche, per quella loro instabilitÃ_ di profilo dove l'improvviso emergere di un particolare perfettamente fisso e come irrigidito è una formula morale, questa poesia unisce il consiglio della cautela e del riserbo, figurato dall'esitazione, con l'imperativo della decisione e della scelta. Si può non sentirsi a proprio agio nelle poesie di Sereni che, d'altronde, non vogliono che ci si senta a proprio agio e anzi introducono di continuo, quasi a ogni parola, un'incertezza angosciosa".
__________________
Lo scopo della nostra vita è di servire la Forza che ci ha creati,e dalla cui misericordia o approvazione dipende il nostro stesso respiro,servendo con lealtÃ_ le Sue creature.Questo significa amore,che dovrebbe sostituire l'odio che si vede ovunque.
Denonco këtë mesazh tek moderatorët | IP: e regjistruar
|