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Tirane mrekullia e ebrejve te shpetuar....

Nuovi documenti dall’Albania provano che gli occupanti italiani scongiurarono lo sterminio

Tirana, il miracolo degli ebrei salvati

«Tutti gli ebrei stranieri, anche se immigrati clandestinamente e in possesso di falsi documenti d’identitą, devono essere lasciati liberi di soggiornare a Tirana. Firmato: il questore Papalilo, 29 luglio 1943». Chiamiamolo pure miracolo. In piena guerra, mentre gią si allungavano le ombre del nazismo e della Shoah, gli ebrei d'Albania furono risparmiati con disposizione ufficiale e tanto di timbri: qui della questura di Tirana, lą di quella di Pristina e su un fonogramma ufficiale addirittura del Comando superiore delle forze armate italiane in Albania.
Accadde proprio durante l'occupazione, fra il 1939 e il '43, in accordo con i governi collaborazionisti filofascisti di Tirana. Non senza contrasti, naturalmente, perņ sfidando l'ira dei nazisti che, nelle aree confinanti occupate, si comportavano invece secondo i loro metodi: arresti e uccisioni degli ebrei.
Questa realtą, celata a lungo, viene alla luce dopo l'intesa raggiunta tra l'archivio storico di Tirana e la fondazione dell’Istituto Gramsci, diretto da Giuseppe Vacca. Ci sono seicento documenti, a Tirana, che raccontano questa vicenda insospettata: ne sarą tratto un volume bilingue, la cui edizione italiana verrą accolta nella collana dell'Archivio centrale a Roma.
Ma benché le prime notizie fossero circolate gią all'inizio dell'anno scorso, in un convegno a Bari, la portata dell'avvenimento č ampliata dalla istituzione, ratificata dal governo albanese, della Giornata della memoria dedicata allo sterminio degli ebrei, il 27 gennaio. Come dire che un Paese balcanico, a maggioranza musulmana, compie due atti simbolici che insieme sottolineano la sua pacifica convivenza con gli ebrei, oltre che una scelta di civiltą antintegralista.
Ma, al di lą del significato storico e politico, resta la curiositą di conoscere i fatti. Come fu possibile cioč che il Paese delle Aquile, invaso dall'esercito italiano alleato dei tedeschi, costretto a subire la «assunzione» della corona d'Albania da parte di Vittorio Emanuele III, abbia potuto trasformarsi in una specie di rifugio-oasi per gli ebrei? Benché pochi inizialmente (meno di mille), essi poterono infatti continuare senza difficoltą a vivere e lavorare, senza subire violenze, finendo anzi con l'accogliere profughi dai Paesi confinanti. Perché le cose andarono proprio cosģ: quando le notizie confortanti si diffusero, affluirono in Albania gruppi di ebrei provenienti dalla Dalmazia, dal Montenegro e dal Kosovo, raddoppiando cosģ la consistenza della comunitą; continuarono addirittura a celebrare pubblicamente le loro feste e (nonostante le prevedibili pressioni dei fascisti italiani e albanesi) ottennero un atteggiamento benevolo delle autoritą. Tutto sarebbe cambiato, naturalmente, dopo l'8 settembre del '43: a Tirana si insediņ un governo ancora collaborazionista, ma questa volta dei tedeschi; le perquisizioni e i rastrellamenti incominciarono, perņ fallirono a causa dell'atteggiamento della popolazione. Nelle cittą e nelle campagne, senza distinzione fra cristiani e musulmani, gli albanesi nascosero centinaia di ebrei; un'ulteriore opera di assistenza venne fornita dai partigiani, sicché, quando l'ombra del Reich si allontanņ da Tirana, si scoprģ che, da quelle parti, l'Olocausto di fatto era stato scongiurato.
Materia eccellente per il revisionismo storico, che rivaluti ad esempio la figura del leader fascista albanese Mustafa Kruja (guidņ il governo per conto degli italiani e, come mostrano i documenti, intervenne personalmente per evitare le persecuzioni degli ebrei). E che magari rilanci il luogo comune degli «italiani brava gente».
Ma in realtą molto si deve ancora studiare: lo riconoscono gli storici Giuseppe Vacca e Michele Sarfatti. Di certo, per iniziativa di singoli, la macchina dello sterminio nazista si arrestņ. Berlino infine si rese conto di non poter contare su Tirana per condurre a termine la sua opera di sterminio: una prova che l'orrore si poteva fermare.

Dario Fertilio

ME VJEN SHUME KEQ QE ARTIKULLI NE FJALE ESHTE NE ITALISHT PO KA SHUME NGA JU QE MUND TA PERKTHEJNE.
AI ESHTE BOTUAR NE CORRIERE DELLA SERA 01/03/05
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Mesazh i vjetėr 01 Mars 2005 22:26
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