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Roberto Benigni

L'INTERVENTO DI BENIGNI A SANREMO

Grazie, sono qua proprio per un atto d’amore. Chiedo scusa se comincio con
questa parola, enorme ma grossa grossa, perché i comici sono zuppi d’amore,
non si chiede a’ comici di essere anche saggi, perché quando s’č innamorati
s’č mezzi scemi. Innamorati e saggi č concesso solo a Dio. E allora si
sbaglia proprio per amore. Bisogna proteggerli i comici, perché sono come
santi, sono un regalo del Cielo. Scusate questo spot per la categoria a cui
sogno di appartenere. I comici sono una cosa bellissima, loro infrangono le
regole, fanno quello che gli pare, sono viziati come dei bambini, ricchi d’
amore, non gli importa nulla, si farebbero ammazzare per quello che amano.
Contrabbandieri senza licenza, hanno il potere di far piangere e ridere: il
potere pił grosso del mondo. Bisogna baciarli, volergli bene perché č un
fatto d’amore(...). Non li si puņ imprigionare. Non c’č verso di tenerli
boni. L’importante č che č proprio un fatto d’amore. Perché quando si ama si
sente. Mi farei ammazzare quando uno dice una cosa diversa dalla mia, perché
io lo amo, lo amo.

«SCUSI SIGNORA RICCIARELLI» - Questo Festival ... a parte mi sembra sia
diventata una cosa hard core , veramente pornografica qua: il prossimo anno
la regia la fa Tinto Brass. Č un festival tutti ignudi. L’argomento del
Festival č diventato il tuo pisello ( rivolgendosi a Baudo )... I capelli di
Baudo e il suo pisello sono gli argomenti principe del Festival. Una volta
solo io ero adibito a mettere le mani in quella zona. E la signora
Ricciarelli, che me ne scuso naturalmente, vero... ma io credo di essere
stato prima della signora Ricciarelli. Io sono il primo che ha osato, ve lo
giuro e ne sapevo tutte le qualitą. Ora ho sentito la Ferilli che ha
raccontato che cosģ č, Fiorello... il passaggio a livello... Ora, siccome io
sono stato il primo, vorrei vedere come sta la situazione. Voglio brevi manu
... Ma... ma... fermi... fermi... questo č uno scoop micidiale, uno
scandalo: i capelli sono veri, č il pisello che č finto. Č finto... i
capelli son veri... ma ho sentito tutta una cosa spaparanzata... com’č
cambiato signora Ricciarelli, ma io dico, proprio una cosa puntuta, un
carciofaccio. Sembravano du’ ova... c’ha l’ovo di Ferrara. L’ha nascosto lģ.
Eri d’accordo con Ferrara. Da lģ mi tiravi le ova. Ma io dico... Ferrara non
c’č, se no l’avrei visto. Ho sentito quando ha chiesto 50 biglietti al
signor Saccą. Tutti pensavano per i suoi amici ma li aveva chiesti solo per
sé. Io non ho mai avuto paura perché ha detto «Tiro la verdura e l’ova a
Benigni. Vengo da Roma». Tanto sapevo che li mangiava prima di arrivare.
Parto da Roma, arrivo a Orte: aveva gią mangiato tutto. Se arrivava a Orte,
grasso che cola, come dice Ferrara quando suda. Ora io dico... per caritą...
poi ha scelto male, se fa il tiro a segno io a lui lo piglio di sicuro, č
lui che non... Č che io gli voglio bene, per caritą.


«SE I POLITICI FANNO I COMICI...» - Ma insomma questo pisellaccio... Senti
un po’ come ce l’avrą i politici... per esempio quel politico... quello lģ
che fa le corna, che racconta le barzellette... no Pippo Franco... quell’
altro... se i politici fanno i comici e i comici fanno i politici siamo
rovinati... Silvio Berlusconi (...) pensa, secondo me non c’ha nulla, ha
tutto un falso in bilancio, rogatorie, tutti dei paccacci di roba laggił...
tutti avvisi, mandati di comparizione, tutta una situazione di roba... Di
Pietro: Di Pietro veramente non c’aveva niente perché lui non si occupa di
queste cose, Di Pietro. Di Pietro era convinto di non avere niente, finché
un giorno si č spogliato e ha visto questa cosa enorme: ma questo che c’
azzecca. Č lģ che č venuta fuori la frase... Fassino: Fassino pure... fine:
una tagliatellina fine fine fine, ma proprio una tagliatellina. Ferrara:
pensa Ferrara come ce l’ha, il problema č trovarselo. Perché proprio non se
l’č mai visto, gira rigira... eppure ce lo dovrei avere. Ferrara č una cosa
spettacolare... ora io dico, qui veramente č diventato uno spettacolo hard
core ... Ora c’č il nuovo assetto della Rai: Gasparri alle
Telecomunicazioni, Baldassarre alla presidenza, ma Melchiorre: il terzo re
magio lo vogliamo trovare o no? Per sistemare cercano Melchiorre. Vogliono
fare tutte cose di qualitą, quindi tu Baudo sei spacciato, rovinato. Tutti,
Vespa, Santori, Costanzi, Biagi... Biagi lo voglian rovinare, gli lasciano
la spazzatura, lo vogliono umiliare: l’anno prossimo gli fanno presentare
Sanremo...

«RAGAZZE, LETIZIA DEL MONDO» - Io volevo vedere le due ragazze... mi
spetterą anche a me una cosina con loro... Oh mamma mia... ( va verso la
Arcuri ) Signorina un momento sotto, uno solo esco subito, un secondo ( le
alza l’abito lungo ) ( Verso la Belvedere ) un secondo... quanto son diverse
da te ( rivolto a Baudo ). L’ha c’č proprio l’Aleph, da dove si vede tutto
il mondo, questa guarda come ride ( la Belvedere ): proprio la letizia del
mondo nei loro occhi... ho una voglia di saltargli addosso. Faccio mio il
grido di Borrelli: resistere, resistere, resistere! Non ce la faccio, ma che
bellezza (...) siete un mistero senza fine, bello (...); E’ una cosa proprio
d’amore... Vedi: Fede, Fede ama Berlusconi. Emilio Fede lo amo anch’io. Lui
ama Berlusconi proprio da morire, lui lo ama non in maniera platonica,
proprio lo tromberebbe. Non voglio fare battute su Emilio Fede, č come
sparare sulla Croce Rossa, poverino. No a me mi piace, mi č simpatico.
Perché lui ama e quando si ama, a me la gente mi č simpatica. Scusate i
termini che ogni tanto mi escono, siamo anche abituati dalla politica... ho
visto Sgarbi con le Iene ... le Iene che spettacolo... «culattoni,
culattoni, vaffa’n culo, vaffa ’n culo, ma che cazzo, chiamo
Confalonieri»... tutte ’ste parolacce... ora io dico: quello,
sottosegretario alla Cultura. Ora io, vedi, che ho fatto la sfilza con
Raffaella Carrą, m’aspettavo mi dessero almeno il ministero della Pubblica
Istruzione...


«TU, IMMAGINA, ARRIVA DIO» - Ma dico: se tornasse il Nostro Signore come ci
giudicherebbe? Tu immagina, arriva Dio improvvisamente e trova la Terra cosģ
un casino, un inferno, guerre di qua guerre di lą, e chi si fa male, la
foresta bruciata, il buco nell’ozono... Oh mamma, Pietro guarda laggił, oh
mamma che casino le guerre... tutte a nome mio poi, che sono lo stesso
dappertutto, guarda che casino, quante trasfigurazioni genetiche... E quello
che č, il mandarancio? Quello mica l’ho fatto io. Hanno fatto fare l’amore a
un mandarino con l’arancio č venuto fuori il mandarancio. Quello che č, il
cane lupo? Ha fatto l’amore un cane con un lupo ed č venuto il cane lupo. E
quello che č: la zanzara tigre. Veramente č una zanzara?... E quello che č?
Quell’incrocio stranissimo...? No, quella č una persona. Chi? Giuliano
Ferrara. Sģ, Giuliano Ferrara, sia pure con un mazzo di verdure in mano. Sta
andando a Sanremo...


«TUTTI SULLA COLLINA» - Pensi: Giudizio universale... perché si
arrabbierebbe. Tutti di qua: gli arabi, i palestinesi, i faraoni, i cinesi
che non c’entrano sulla collina... Cinesi tutti di lą, non ci si entrano,
madonna quanti ce n’č... vi sistemo dopo... aspettate un momentino voi di lą
... voi di qua... politici, tutti di lą: sarete sottoposti al giudizio mio e
di Pietro. Berlusconi: Di Pietro anche qua... č una tortura proprio... Sģ,
andrete nelle fiamme dell’Inferno e quelli pił cattivi sotto, divorati dalle
Iene. «Culattoni, ora chiamo Confalonieri»: Sgarbi appena sente nominare le
Iene... č una cosa tremenda. E uno dice: «Silvio, Silvio». «Chi č che mi
chiama Silvio?». Č Emilio Fede. E lui: «No, io mi chiamo Dio, no Silvio». Lo
vede proprio come Dio, no? Tutti ’sti cinesi li sistemo dopo... dov’č
Fassino... vallo a trova’ Fassino: č come cerca’ un ago in un pagliaio,
capirai. Perché č il contro-Ferrara: a destra c’č Ferrara a sinistra c’č
Fassino per far vedere la differenza... Spostatevi... dividetevi: quelli che
avevano il conflitto di interesse e non l’hanno risolto di lą, quelli che l’
hanno risolto di qua. Berlusconi dove va? Vada dalla parte bona! Oh mamma:
che č quel girotondo di bambini? No, č Nanni Moretti che sta facendo il
girotondo. No, č un grande regista: ha fatto «La stanza del figlio» che non
č piaciuto a Ferrara perché voleva un film su di sé: «La stanza del Foglio».
Via, spostatevi... quelli che hanno detto che aumentavano le pensioni e non
le hanno aumentate di lą, quelle che l’hanno aumentate di qua:
Berlusconiii... Silvio... si fa per scherzo. Guarda che lavoro... guarda
quelli che corrono dietro a quell’altro: sono tutti quelli licenziati che
inseguono Maroni, sono quelli dell’articolo 18, č un complesso musicale.
Fermateli o l’ammazzano. Baudo tiri fuori il suo passaggio a livello... Chi
č que’ cannibali che girano intorno a quella persona? Chi č lģ in mezzo?
Giuliano Ferrara. Eh... lo so che č un bel bocconcino ma non si puņ. Ferrara
se ne vada da lģ, se no la mangiano. Se n’č andato? I cinesi: tutti al posto
di Ferrara, c’entrano anche i giapponesi.

«QUANDO SI AMA SI PUO’ PECCARE» - Ora che siete qua tutti insieme volevo
fare una fotografia: chi č quello che fa le corna? Berlusconi, la smetta...
Vi ho dato tanti insegnamenti, dice Dio, ma ce n’č uno che li racchiude
tutti ed č quello di sant’Agostino: ama e fai ciņ che vuoi. Quando si ama si
puņ peccare, si puņ saltare addosso, guardate qua ( verso la Belvedere ),
alle delizie del mondo che quando sorridono si improfuma l’aria di viole
intorno a noi. Guardate qua: č una quiete accesa, una salute lucente. Queste
non sono donne, sono il ministero della Sanitą. E’ una cosa d’una bellezza.
Quando si ama si puņ fare quello che ci pare perché l’amore č la mano di Dio
sulla spalla dell’uomo. Quando amano, anche i cani abbaiano in rima. E non
si deve amare un po’ cosģ e un po’ cosą, ma continuamente: l’amore che s’
accende e si spenge, si fulmina. Bisogna amare con grandezza. L’amore che
vivacchia, che tira a campare, more. L’amore č il Nettuno del sangue. E
quando non si sa finir la frase, quello vuol dire che si ama. L’amore č l’
unica limitazione della libertą che ci rende pił liberi. E’ una cosa
maravigliosa, proprio con la A. E allora io, proprio per dedicarvi questo,
lo ripeto, vi vorrei dedicare i versi pił hard in questa sede di Sanremo,
dove ormai s’č parlato d’amore e scritti da una persona vivente, un pover
omo, insuperati, di una scandalosa bellezza dedicati alla donna per
eccellenza che č la Madonna, Maria Vergine. Versi scritti nel 1300,
insuperati. Durano poco poco e fanno cosģ: «Vergine madre, figlia del tuo
figlio, umile e alta pił che creatura, termine fisso d’eterno consiglio, tu
sei colei che l’umana natura nobilitasti... ( i versi del XXXIII Canto del
Paradiso di Dante proseguono fino alla settima terzina ).
Č un omaggio alla donna... (ovazione) No, no, che mi viene... se vi potessi
far vedere il mi’ cuore, il mi’ corpo č in tumulto... ve lo farei vedere che
batte forte, ve lo tirerei in faccia questo affetto centuplicato per mille
perché vi voglio un bene che travalica le montagne, dovunque vada... E per
finire, perché l’amore per la persona amata č il pił grande di tutti,
persino pił di quello di quando siamo nati, che se i nostri genitori ci
hanno fatto scendere dal cielo alla terra, l’amore per la persona amata ci
riporta dalla terra al cielo. Coltiviamo l’amore per la persona amata. E
volevo concludere con questa canzone scritta insieme a Cerami e musicata dal
maestro Nicola Piovani che si intitola(...) «Quanto t’ho amato»: «Se tu mi
avessi chiesto come stai, se tu mi avessi chiesto dove andiamo, ti avrei
risposto...» (La canzone segue)


«BUON LAVORO PRESIDENTE» - Grazie. Grazie ancora per questo amore... e un
augurio ai tre presidenti: al presidente neo eletto Baldassarre che ha avuto
belle parole per me e belle parole per come farą funzionare tutto l’assetto
televisivo; al presidente Ciampi e alla Signora che devono stare lģ a far sģ
che funzioni giustizia e bellezza e al presidente Silvio Berlusconi con l’
augurio che ognuno di noi quando va a letto, lui agisca in modo da farci
sentire orgogliosi di essere italiani. Buon lavoro presidente! Buon lavoro!
Grazie, non me lo scorderņ mai fin che campo.

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Irruzione" a Fantastico. Roberto si rivolge alla Carrą.

Cosa c'avete voi donne che attira tanto l'omo ? Me lo dovete dire, oramai son giunto a un'etą, devo sapere. Cosa c'avete in quella zona lą Me lo devi dire ! Giusto per saperlo. C'č un trattore, un treno, l'autostrada Firenze-mare, la galleria del monte Bianco. Fammi vedere, un secondo. Fammela vedere un secondo, un attimo, zac zac Giusto per vederla un attimo, non vorrei morire senza aver mai visto quell'affare lą. Ma giusto per vedere un secondo cosģ, come mai attira cosģ tanto l'omo quell'azienda lą...
Mai visto? Sì, qualche volta sì, a dir la verità. Ma come mai attira tanto l'omo quell'azienda là? Piero Angela dov'è? Angela, ma lei ha fatto il viaggio dentro al corpo umano me lo vuol dire cosa c'è là nella donna? Già, si è fermato prima perchè lì è zona pericolosa. L'hanno messa al centro del corpo perchè così non ci si sbaglia mai.
(...) Ma poi sai quanti nomi gli han dato... Come si chiama da piccini... la gattina, la chitarrina, la passerottina, la fisarmonica... ognuno gli ha messo il nome suo. La passerotta, la mona, la picchia, la crepaccia, la pucchiacca. Pensa ai napoletani: ...a pucchiacca ! E' bellissimo, č focoso ! La tacchina, la topa, la sorca, la patonza, ... la patonza, la bernarda, la gnocca, la gnacchera, l'anonima sequestri. Quelli medici: la vagina, la vulva. La vulva fa paura. Guarda che vulva, 740 turbo diesel. Anche per quello maschile, per il pisello: pisello, pisellino, pistolino, pipino. Poi quando si cresce: il randello, la banana, la verga, la mazza, il cetriolo, 'o pesce, l'uccello, lo sventrapapere... il Blackedecker, il più lo butti giù e più ritorna su...

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Mesazh i vjetėr 09 Janar 2006 18:29
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Roberto Benigni---Io e Schopenhauer

Non ce la fo pił: Non ce la fo pił,
come disse quello che fece la popņ in mezzo alle ortiche.

Il comico: Fare il comico oggi penso che sia un lavoro di grande
goduria. I comici sono dei grandi masturbatori.

Battute: Hanno detto che, delle mie battute, non resta mai niente.
E' vero. Ma perchč, ci si ricorda forse una battuta, una sola,
di Stanlio e Ollo, o anche d Buster Keaton?

Recitare: E' dolore, estasi del movimento, affettazione del divenire,
occultazione del presentare. Recitare č entrare nel personaggio
e uscire, entrare e uscire, avanti e indietro, e non vorrei andare oltre
in questa similitudine...

Comicitą e tragedia: L'impulso dentro di me č fare
il tragico, ma non c'č niente da fare, la carne č fatta
in maniera comica. Proprio le poppe, i peli che c'ho addosso mi si muovono
in maniera comica. Ogni volta che penso a un film nuovo penso a una di
quelle cose tragiche, ma proprio pesanti. Poi le ginocchia, le cosce partono
in maniera comica e mi ributto sul corpo.

Comicitą ed erotismo: Comicitą č pornografia.
Umorismo č erotismo. Io mi sono incamminato pił negli studi
pornografici che in quelli erotici. Io le battute posso rubarle, citarle,
ma non fanno parte del mio stile. Sono meccaniche, appartengono al "riposo del comico". La comicitą deve essere intestinale.

Scurrilitą: La comicitą č natura. L'uso di
termini sessuali diventa un discorso. Non si puņ dire che ho parlato
del pisellino. La scurrilitą č la zolla, l'essenza della
terra, il ventre, il materialismo del comico. La nostra tradizione č
scurrile. Bisogna avere gaudio e volare, volare sulle parole.

La fame: La mia č una fame atavica. Noi Benigni abbiamo
lo stomaco vuoto da secoli. Ricordo che una volta mia madre stava preparando del pane sul forno: per godermi da vicino l'operazione, finii col culo sul fuoco. Ho ancora nelle chiappe il marchio della vista del pane.

Solo: Il comico č solo, come Marlowe.

Alcol: Sono condannato alla luciditą. Astemio totale: devo
smettere di non bere.

Perché: Perché non ho scritto "La Divina Commedia"?
Perchč non c'ho pensato.

L'anonima sequestri:C'ha rovinato. Ogni anno ne sequestrano miliardi. Con il corpo di polizia che c'abbiamo, comandato da quel bischero di Gava!Mezzi c'hanno l'orecchio tagliato. Oramai č diventato uno status
symbol. Uno che c'ha tutt'e due gli orecchi č un poveraccio, non
conta mica nulla.

- Eh, quello non c'ha una lira.

- Ieri sera ho visto uno che non c'aveva neanche un orecchio.

- Cazzo, dev'esser miliardario!


Al mio paese lo dicevano: - Lo vedi, dicevi che non c'č
pił distinzione fra il ricco e il povero... Anche quel povero Belardinelli
del caffč Jolly a Firenze. Era ricco, gli hanno tagliato un orecchio
a cinquant'anni... Io ho detto: - A lui gli avranno tagliato un orecchio
a cinquant'anni, ma a noi ce l'hanno messo nel culo da quando siamo nati...

Gadda e Schopenhauer: Ormai li leggono anche quelli della curva
sud, son tremendi...

Furbi o scaltri? La furberia č una qualitą italiana
potente, perņ ci ha rovinato. Sarą meglio magari diventare
scaltri: č una cosina un pochino pił nobile...

Effetti collaterali: Uno piglia una medicina per il mal di denti:
"Indicazione: male di denti". Poi c'č "Controindicazioni",
una sfilza. "Il medicinale puņ causare disturbi alla vista,
giramenti di testa, vomito, diarrea, emorroidi, cancro all'orecchio, attenta
alla tu' sorella, ferma i tu' cugini, attenzione la domenica." Un
casino! Non finisce mica lģ: c'č gli "Effetti collaterali":
č da non pigliarsi prima dei pasti, in gravidanza, dopo cena, chi
c'ha la targa dispari, chi c'ha il cognato". Poi c'č "Avvertenze:
usare con cautela, fuori dalla portata dei bambini, non lo dire al tuo
vicino di casa, pericolo, attenti...". Uno si leva il mal di denti,
diventa un disgraziato...

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La marcia degli incazzati

Sigla iniziale di Televacca. Benigni č in una stalla, suona (maltratta) la chitarra e prende a calci ogni cosa.

Questa č la marcia
degli incazzati,
questa č la marcia
degli arrabbiati,
sono incazzato,
andate via,
sono incazzato
perchč lo sono per i fatti mia.
Questa č la marcia
degli incazzati,
questa č la marcia
degli arrabbiati,
sono incazzato,
sono aggressivo,
sono incazzato se trovo un prete lo mangio vivo.
Sono incazzato,
sono nervoso,
sono arrabbiato,
sono scontroso
Se uno mi dice:"calmati su..."
l'č proprio quando mi s'incazza ancor di pił !
Questa č la marcia
degli incazzati,
tutti arrabbiati
ci siam svegliati.
C'č uno calmo,
eccolo lģ,
fallo incazzare e poi cantagli cosģ:
questa č la marcia
degli incazzati,
questa č la marcia,
degli arrabbiati.
Ti sei calmato ?
dice a me "Ti sei calmato ?"
Gli dico "No, sono incazzato, sono incazzato,
e sono incazzato !"

Questa č la trascrizione della sigla, cosģ come l'ho sentita alla tv. Nel bel libro Quando Benigni ruppe il video a cura di Silvano Ambrogi ne troviamo una versione leggermente diversa. Ci sono alcuni versi in pił :

Sono incazzato coi i parenti
sono incazzato coi conoscenti ...

e ancora

Questa č la marcia...
smetti di andare a lavorare
se dicon: Perchč ?
digli: "Perchč m'ho da incazzare...

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