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gattina
Anetar i regjistruar

Regjistruar: 29/12/2003
Vendbanimi: modena
Mesazhe: 134

"Gli albanesi non vogliono i rifiuti degli italiani"

CRONACA
A Tirana č rivolta per un termovalorizzatore
"Il 40% dell'immondizia arriverą da voi"
"Gli albanesi non vogliono
i rifiuti degli italiani"
I progetti del nostro governo per l'"esportazione"
Finanziato anche l'ampliamento di una discarica
di TONINO PERNA

La discarica di Montecorvino
al centro delle proteste
degli ultimi giorni in Campania

TIRANA - Nel pił assoluto silenzio stampa, da tre settimane il governo italiano sta lavorando per esportare un po' di rifiuti in territorio albanese. E' noto che in Campania non si sa dove mettere i rifiuti e la Lombardia - dopo le proteste della Lega - non č pił disposta a trattarne.

In Calabria non si trova un sito per il "termovalorizzatore", dopo che la gente della piana di Gioia Tauro č scesa in piazza - con decine di sindaci e rappresentanti delle associazioni ambientaliste - per impedire il raddoppio di quello di Rosarno. Ed ancora: a Pettogallico, alla periferia di Reggio Calabria , da tre mesi va avanti un braccio di ferro (con relativo blocco dei cantieri ed intervento della polizia) tra la Giunta regionale calabrese e migliaia di cittadini, che non ne vogliono sapere della scelta di localizzare la discarica della cittą, sulle sponde di un torrente che accoglie uno degli agrumeti pił belli della provincia .

Si sono aperte decine di vertenze in tutto il sud, governo e giunte regionali non sanno pił cosa fare. Cosģ, nel silenzio, qualcuno ha pensato a trovare una soluzione . Se non riusciamo a trovare in casa chi si vuole prendere i nostri rifiuti proviamoci con i vicini. A partire dai pił deboli (o presunti tali).

Alla fine di maggio viene siglato un accordo tra la cooperazione italiana ed il governo albanese per l'implementazione di due iniziative. Il primo intervento riguarda un dono del governo italiano di 400.000 euro per il miglioramento/ampliamento della discarica di Sharra (vicino a Tirana). Si tratta di un vecchio sito , che gią nel periodo di Enver Hoxha era destinato a discarica per la capitale. Ma dalla caduta del regime ad oggi, Tirana ha triplicato la sua popolazione e ,soprattutto, si sono moltiplicati i consumi e le merci usa e getta , e la vecchia discarica non ce la fa pił.
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Non solo: i rifiuti, di qualunque genere, vengono buttati in discarica senza tener conto delle infiltrazioni delle falde acquifere e dei danni conseguenti. Con questo nuovo progetto , almeno sulla carta, si dovrebbero rendere impermeabili i terreni e ridurre i danni ambientali. Ma quanto verrebbe ampliata la discarica e per quali rifiuti (qualitą e provenienza) non č dato sapere.

Il secondo intervento riguarda Kashar, un'area a nord di Durazzo, dove č prevista la costruzione di un termovalorizzatore della portata di 1000 ton al giorno, pari a circa 350.000 ton/anno, il pił grande impianto mai costruito finora dalle imprese italiane. L'investimento di 6 milioni di euro viene effettuato con un prestito a tasso agevolato da parte dell'Italia. Beneficiaria un'impresa italiana che, per l'occasione, ha costituito a Tirana la sede sociale di un'impresa che si chiama Albaniabeg Ambient.

Approfondendo i termini dell'accordo si scopre che i rifiuti che il termovalorizzatore di Kashar utilizzerą provengono per il 40% dall'Italia , e l'accordo dura per 25 anni. La cosa pił interessante, quasi geniale, č che questi "rifiuti" saranno importati dall'Italia come "materie prime per combustione" , evitando sia le tasse doganali che vengono pagate in questi casi dal paese esportatore, sia l'allarme della pubblica opinione.

Tutto sembrava ben regolato e nessuno si aspettava le vibrate reazioni che hanno scosso l'Albania in questi ultimi giorni. Diversi intellettuali, tecnici ed opinionisti sono intervenuti sulla stampa albanese ponendo pesanti interrogativi su tutta la vicenda. Le associazioni ambientaliste sono scese in piazza insieme a semplici cittadini allarmati dalle notizie apprese e preoccupati per la vicinanza dei siti a centri abitati. In particolare, l'area scelta per il termovalorizzatore a nord di Durazzo č una delle poche aree a vocazione turistica che non sia stata devastata dalla speculazione edilizia di questi anni.

I contadini del luogo sono scesi nelle strade a protestare insieme agli operatori turistici. Ma č stato soprattutto il quotidiano Shekulli, uno dei pił importanti giornali albanesi, che ha attaccato questo accordo in modo pesante e diretto , rompendo una tradizionale alleanza con il governo socialista retto da Fatos Nano. Secondo alcune indiscrezioni il proprietario di Shekulli č uno dei maggiori imprenditori albanesi che č interessato al business dei rifiuti ed il monopolio di un'impresa italiana sull'operazione non č stata molto gradita. Le accuse mosse da Shekulli sembrano sospette , ma sicuramente un tecnico stimato come il Prof. Sazan Guri ed altri intellettuali che sono intervenuti sulla questione non hanno interessi individuali da difendere.

Il professor Guri, dell'Universitą di Tirana, si domanda come mai si costruisce un impianto per bruciare il doppio di quello che l'Albania ha bisogno ed allo stesso tempo si va ad un drastico ampliamento della discarica di Sharra. Dove sta il trucco? Perché non costruire un piccolo impianto commisurato ai bisogni del paese ? si domanda uno dei responsabili del PPNA, la pił importante associazione ambientalista albanese .

Di fronte a queste critiche ed attacchi all'accordo tra governo albanese e cooperazione italiana, scende in campo il nostro ambasciatore Jannucci. Con un lungo comunicato stampa il diplomatico attacca pesantemente la stampa albanese - ed in particolare Shekulli- ed esterna il suo pensiero "unico" in forma mirabile . "Per entrare in Europa - scrive l'ambasciatore- non basta non aver pił bisogno dei visti , significa accettare la libera concorrenza e lo standard del pensiero europeo. Se gli albanesi vogliono entrare in Europa devono pensare come gli europei ." E dopo aver attaccato duramente i giornalisti albanesi, l'ambasciatore prosegue : "Tutto questo non fa che influenzare negativamente i negoziati per l'integrazione nella UE , perché con questi atteggiamenti si da ragione a chi pensa che l'Albania non č ancora pronta e matura per entrare nella grande famiglia europea".

Infine, il nostro propone come rimedio di organizzare una pubblicitą/progresso ( come si fa nei paesi civili) e suggerisce lo slogan: "Chi disinforma tiene anche te lontano dall'Europa. Digli di non farlo! "

Assolutamente fantastico. Per adesso ci accontentiamo di registrare la poco diplomatica risposta di uno dei protagonisti della tenzone. Al vibrante, e carico di minacce, comunicato dell'ambasciatore ha risposto subito, con una conferenza stampa, il proprietario di Shekulli con una rozzo e plateale : "ma vafanc... a te ed a tutti i milioni di euro che ci avete promesso!". E sempre a proposito di parolacce, ieri c'č stata una manifestazione a Tirana. Inequivocabile lo slogan: "Non vogliamo la m... degli italiani".

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Gli uomini sono come le banane; PIU' DIVENTANO VECCHI, PIł SI AMMOSCIANO....

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Mesazh i vjetėr 30 Qershor 2004 10:17
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Aljohin
Mjek. Psikiater.

Regjistruar: 07/07/2003
Vendbanimi: Padova
Mesazhe: 576

E bukur kjo gattina

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"I believe there are more instances of the abridgement of the freedom of the people by gradual and silent encroachments of those in power than by violent and sudden usurpations." James Madison

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Mesazh i vjetėr 30 Qershor 2004 13:02
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