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Regjistruar: 17/05/2004
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News

Le conclusioni dello studioso Saverio Salomone

Albanesi pił antichi degli Illiri

Gli invasori trovarono i “divini Pelasgi”



Abbiamo incontrato Saverio Salomone, uno dei pił appassionati studiosi delle origini della lingua e del popolo albanese e del mondo indo-europeo, profondo conoscitore dell’Illirico-albanese. Parlare con lui č stato come sentire su una fantastica macchina del tempo e galoppare indietro nei secoli, via via fino ai primordi della civiltą balcanica. Nato a piana degli Albanesi nel 1922, ha studiato nei collegi greco-albanesi di Palermo, di Grottaferrata e di Roma. Si č laureato in Filosofia presso il Pontificio Ateneo “Angelicum” di Roma e in Giurisprudenza presso l’Universitą di Palermo. Ha dedicato diversi anni agli studi della ricerca delle lingue indoeuropee publicando le seguenti opere:

Nel mondo delle lingue indoeuropee – Dall’Albanese alle origini e le origini dell’Albanese;

Lingue e popoli d’Europa;

Le comuni origini.

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Gli Illiri erano popoli irrequienti. Non riuscivano a star fermi. Curiosi, passarono in gran numero l’Adriatico e scorazzarono per le regioni italiche lasciando imperitura loro impronta nelle lingue ivi parlate; nel latino, nell’osco-umbro, nel messapico, nel sicolo, eccetera. Gli Illiri rimasti al di lą dell’Adriatico (approssimativamente nei territori dell’attuale ex Jugoslavia), pressati, verso il settimo secolo a.C., dai Celti e dagli Sciiti, da nord-ovest, verso le coste adriatiche della Dalmazia e dell’attuale Albania. In questa nuova Illiria dalle proporzioni ridotte si formerano due raggruppamenti; la Dalmazia con capitale Delminium e Illiride greca (su per gił l’attuale Albania) con capitale Scutari.

<< Le notizie storiche su queste regioni – continua Salomone – iniziano da tali vicende, con informazioni su fondazioni di cittą come Apollonia, Butrinti e Durazzo (VII-VI secolo a.C.) per proseguire con ragguagli sulle imprese di Bardhilli (IV sec. a.C.) re degli Enchelei, di Glauco re dei Taulanti, di Agrone, re degli ardici e di Teuta, sua moglie; poi con le relazioni vere e proprio sulle guerre con i Romani.

E' noto che lo studio sistematico delle origini e delle vicende dei vari popoli iniziņ appena il Medio Evo uscģ dal luogo letargo. Qualcuno si occupņ anche del popolo albanese, nel 1774 un certo Thunnmann espose le proprio ricerche sulle origini degli Albanesi arrivando alla conclusione che essi erano la continuazione autoctona dell’antica popolazione illirica.

Percorrendo vie diverse, altri studiosi (come lo Xilander, il Von Han, il Meyer, il N. Jokl) facevano derivare la lingua albanese dall’Illirico o da un misto fra questa e altre lingue ( tracia, macedone).>>

Dagli insegnamenti di quegli studiosi scaturiva una comune opinione che gli Albanesi fossero discendenti degli Illiri, popolazione da loro ritenuta antichissima sempre vissuta in Albania e quindi autoctona. Secondo il Bopp, lo Stie, lo Shleicher, la lingua albanese doveva considerasi indoeuropea, una lingua, cioč, appartenente al gruppo linguistico di popoli originario zone caucasiche.

Un certo Nicicle, nel 1855, pretese perfino di demolire l’autoctonia degli Albanesi affermando che essi rappresentavano una delle tante popolazioni barbare pervenute da zone caucasiche.

Queste nuove teorie sconvolsero la cultura ormai dominante secondo la quale gli Albanesi sarebbero stati un popolo autoctono perché discendente dagli Illiri, allora ritenuti abitanti, da sempre, in quelle terre albanesi. Ne segui un’aspra controversia. Ma eminenti albanologi intravidero un certo fondamento di veritą in quelle nuove teorie.

Il Camarda, famoso filologo arbëresh di Piana degli Albanesi, autore della Glottologia comparata della lingua albanese (1864), sorvolato sulla questione della lingua albanese, si preoccupņ di precisare la propria opinione sull’origine popolo albanese: popolo autoctono perché discendente da un ramo dei Pelasgi, da tempo immemorabile abitanti della penisola balcanica. In modo analogo si esprimeva un altro albanologo italio-albanese, il poeta Gerolamo De Rada, ma mentre il Camarda non si curņ degli Illiri, il De Rada espresse l’opinione che gli Albanesi “nel tempo presero vari nomi” fra i quali quello di Illiri.

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La lingua albanese č il riflesso, nel mondo moderno, dell’antico idioma dei Pelasgi inquinato da influenze indoeuropee illiriche. La lingua albanese ha potuto conservare fino ai nostri giorni la propria natura di lingua essenzialmente pelasgica perché gli Albanesi hanno potuto vivere per millenni fra le loro montagne al riparo da influenze devastatrici. Gli albanesi sono un popolo autoctono perché diretto discendente di una stirpe stanziata nei territori albanesi da sempre. Gli Albanesi sono e rappresentano i “divi Pelasgi” di omerica memoria, pacifici abitatori del Mediterraneo greco come i Lčlegi e i Cauconi.>>

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Armando Roda

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Mesazh i vjetėr 11 Nëntor 2004 09:59
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La Grande Albania: una minaccia per i Balcani?

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08.03.2004
L’ICG, think tank con sede a New York, ha pubblicato un rapporto sulle tendenze pan-albanesi nel sud dei Balcani. Sono una minaccia alla stabilitą della regione? Meno di quanto si creda, afferma l’ICG.

Grande Albania Il pan-albanismo, la spinta ad ottenere un’unica realtą territoriale che comprenda tutte le comunitą albanesi del sud dei Balcani, č vista da molti osservatori come una minaccia alla stabilitą della regione. Un secolo di confini in continuo movimento hanno lasciato gli albanesi divisi tra il Kossovo, la Serbia, il Montenegro, la Macedonia e la Grecia. UCK in Kossovo, l’Esercito di Liberazione Nazionale (NLA) in Macedonia ed altri gruppi hanno promosso campagne militari a favore dei diritti degli albanesi.

Ma qual č il limite alle loro ambizioni?
La ricerca dell’ICG lascia intendere che il concetto di pan-albanismo č molto pił variegato e complesso della solita definizione “buona per tutte le stagioni” secondo la quale l’aspirazione degli albanesi sarebbe quella di creare una Grande Albania o un Grande Kossovo. E’ significativo che sia l’UCK che l'NLA abbiano iniziato ad ottenere supporto popolare proprio quando si sono discostati dai loro programmi pan-albanesi e si sono maggiormente concentrati sui diritti della loro gente. L’ANA, Esercito Nazionale Albanese, che apertamente ha dichiarato di battersi per una Grande Albania, non ha mai guadagnato un vero e proprio supporto. La violenza per ottenere una Grande Albania, o qualsiasi altro cambiamento di confini, non č un’opzione sostenuta dalle comunitą albanesi, né politicamente né moralmente.

In Albania, dall’arrivo del multipartitismo, la difficoltą economiche e le divisioni interne hanno di fatto eclissato ogni aspirazione verso l’espansione dei confini territoriali. L’Albania č pił interessata a sviluppare i legami culturali ed economici con il Kossovo che alla creazione di un’unica realtą statale; inoltre i vari governi che si sono alternati in Albania hanno chiaramente optato per un partnership strategica con la Macedonia in vista di una comune integrazione nel sistema NATO e nell’Unione europea.

Rischi di escalation del conflitto rimangono comunque in Kossovo dove non č ancora stata risolta la questione dello status finale. Il desiderio di indipendenza, espresso da una vasta maggioranza della popolazione del Kossovo, č supportato anche dalla maggioranza delle comunitą albanesi dei Balcani. Ciononostante un Kossovo indipendente č ben diverso da una Grande Albania. La Comunitą Internazionale ha il problema di risolvere la questione dello status del Kossovo senza rischiare di destabilizzare i Paesi vicini.

Sia in Macedonia che nella valle di Presevo, nel sud della Serbia, fu messo fine a conflitti armati nel 2001 grazie ad accordi di pace sottoscritti in seguito a forti pressioni internazionali: rispettivamente gli Accordi di Ohrid ed il Piano Covic. Se vi č certamente insoddisfazione in merito al ritmo d’implementazione di questi accordi, e sulle riforme promesse ma non ancora attuate, quest’insoddisfazione č ancora lontana dallo sfociare in crisi aperta; i tentativi dell’ANA di capitalizzare queste delusioni sia in Macedonia che nel sud della Serbia sono falliti. Ciononostante sarą necessaria una continua attenzione internazionale in modo che le parti in causa rispettino tutte le promesse fatte.

Poi vi č la comunitą albanese montenegrina che sino ad ora ha resistito ad ogni forma di attivitą paramilitare.
La numerosa diaspora albanese-kossovara che vive negli Stati Uniti, in Germania ed in Svizzera ha giocato – e continuerą a farlo – un ruolo chiave nell’attuale e futuro sviluppo economico, sociale e politico del Kossovo; ed anche in merito ad eventuali azioni militari sul terreno.
Potrebbe aprire facilmente nuovi fronti del conflitto nel caso desiderasse mantenere viva l’attenzione su numerose questioni irrisolte che riguardano la comunitą albanese. Per questi motivi sarebbe auspicabile per il Governo albanese e per quello greco provare a risolvere la questione dei Chams, comunitą sfollata dalla Grecia nel 1945, prima che quest’ultima venga sfruttata da gruppi estremisti e prima che le rivendicazioni legittime dei Chams si confondano con altre rivendicazioni albanesi.

Nel lungo periodo il nazionalismo albanese verrą moderato dalla piena implementazione degli accordi di pace esistenti, dal pieno rispetto delle comunitą albanesi residenti in Macedonia, Serbia, e Montenegro. A questo deve seguire una continua pressione sugli estremisti albanesi e sui politici che li appoggiano. Il processo sarą facilitato dal processo di integrazione europea che favorirą le aperture dei confini tra l’Albania ed i suoi vicini settentrionali, e il rafforzamento dei rapporti economici e delle opportunitą formative nell’intera regione.

La decentralizzazione in Macedonia ed un’indipendenza del Kossovo condizionata al fatto che tutte le comunitą albanesi della regione accettino che i confini nel sud est Europa non verranno ulteriormente modificati potranno garantire ulteriore stabilitą alla situazione.
Vai al rapporto dell’ICG

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Mesazh i vjetėr 16 Nëntor 2004 14:11
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darke
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Quando io lessi articoli come questo uno e le altre notizie su televisione su affari avveduti nel Balcans, io appena mi chiedo come tutta questa zona che Lei mostra in questa mappa, č cosģ instabile politico ed economicamente se loro fossero una volta i primi della civiltą occidentale. Perché tutti questi paesi non continuarono sviluppare? Comunque molto che io tento di trovare un chiarimento io non posso trovarlo.

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No, no dejéis cerradas las puertas de la noche, del viento, del relįmpago, la de lo nunca visto.

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Mesazh i vjetėr 30 Nëntor 2004 01:30
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My way...

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Citim:
Po citoj ato që tha darke
Quando io lessi articoli come questo uno e le altre notizie su televisione su affari avveduti nel Balcans, io appena mi chiedo come tutta questa zona che Lei mostra in questa mappa, č cosģ instabile politico ed economicamente se loro fossero una volta i primi della civiltą occidentale. Perché tutti questi paesi non continuarono sviluppare? Comunque molto che io tento di trovare un chiarimento io non posso trovarlo.

Non possono svilupare perche sono troppo occupatti di risolvere la dilema del loro nome e della loro identita !
C'e troppo odio nei Balcani , troppo rabbia tra gli nazioni che fanno imposibile di vivere in serenita tra di loro e dentro di loro!
Ognuno odia qualcuno ...Albania - Serbia& Grecia ; Macedonia - Grecia & Albania ; Turchia - Grecia..!
E un casino che pare di non risolvere mai...! Lo chiamano diversamente "Una bomba che' puo explodere in ogni momento "

p.s by the way , your italian sucks

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Boys don't cry..!

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Mesazh i vjetėr 30 Nëntor 2004 02:36
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Citim:
Po citoj ato që tha Unstoppable
p.s by the way , your italian sucks

hahahahahahaha
okey! I got it! important thing is: did you understand me?

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Mesazh i vjetėr 30 Nëntor 2004 03:00
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Citim:
Po citoj ato që tha darke

hahahahahahaha
okey! I got it! important thing is: did you understand me?


..mbasi e lexova nja 3-4 here
Megjithse duhet ta pranoj qe edhe un qe dikur flitsha shkelqyer italisht , tashi e kisha harruar quasi tutto lol:p

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Mesazh i vjetėr 30 Nëntor 2004 03:17
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darke, un po di risposte alle tue domande le trovi nel testo che segue:

riformulando la tua domanda quello che chiedevi era: perchč questi paesi invece di progredire sono rimasti in una condizione di arretratezza economica e non solo........

Perche’ dunque quell’area dei Balcani che per qualche decennio del Novecento si č chiamata Yugoslavia č rimasta cosģ lontana – salvo recentissime eccezioni come la Slovenia – dal progresso demografico del resto dell’Europa meridionale? Per quale motivo essa č invece ripiombata, negli ultimi dieci anni, in un sanguinoso conflitto intestino?
Nel tentativo di spiegare questa tragedia, l’acceso dibattito delle ultime settimane si č concentrato in gran parte, in modo pił o meno raffinato, su spiegazioni strutturali di lungo periodo. Alcuni commentatori hanno posto l’accento sull’arretratezza ereditata dal dominio ottomano e austro- ungarico, altri sull’influenza cesaristica della Chiesa ortodossa, molti di pił sull’ inestricabile intreccio di differenti gruppi etnici nella regione, e molti altri ancora sugli effetti negativi di quattro decenni di dittatura comunista. Con la probabile eccezione di quella religiosa (come ha recentemente chiarito su queste pagine Oliver Clčment), si tratta di spiegazioni della particolaritą jugoslava che hanno una notevole forza.

Sarebbe comunque sbagliato pensare che ciņ ponga termine alla discussione; che il peso della storia, per quanto grave, sia sufficiente da solo a spiegare quanto č avvenuto negli ultimi dieci anni; che i Balcani siano inevitabilmente condannati dal loro passato alla barbarie presente.

Innanzitutto, la storia di questa regione non puņ essere scritta semplicemente nei termini di un continuo succedersi di tragedie disastro. Se cosģ fosse, oggi la Yugoslavia sarebbe nient’altro che una terra desolata. E’ indispensabile, poi, sottolineare che le origini della crisi attuale vanno individuate anche in specifiche scelte politiche adottate all’indomani della morte di Tito. Laura Silber, esperta corrispondente dai Balcani del Financial Times e co- autrice della straordinaria serie di documentari della Bbc che abbiamo visto ultimamente su Rai Tre, ha scritto:<>.

Molti e diversi soggetti politici, sia sl suo interno che fuori, portano in vario grado la responsabilitą di non aver assicurato che tale transizione avvenisse. Uno di essi č senza dubbio la Comunitą Europea (sebbene molti di quanti oggi rimproverano le democrazie occidentali, e sono profughi di sapienti consigli su ciņ che esse avrebbero dovuto fare, rimasero allora in silenzio e ignari). Un altro č Franjo Tudjman. Ma chiunque abbia fatto lo sforzo di leggersi un resoconto minimamente disinteressato di questi tragici anni si trova di fronte a una conclusione inevitabile: la schiacciante e criminale responsabilitą di Slobodan Milosevic, che ha fomentato il fanatismo nazionalista serbo, e l’evidenza dei crimini di guerra commessi dalle milizie serbe nei territori della ex- Yugoslavia.

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Mesazh i vjetėr 30 Nëntor 2004 10:09
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Fajtori
Apo jo?

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Se fosse stato un albanese a fare questa domanda sarebbe considerato anti-albanese e forse traditore. Ma non lo č.

La domanda di darke č piu che giusta. Nascondersi sotto giustificazioni politiche non risolve la domanda finale. Come mai popoli cosi antichi e "gloriosi" oggi non sono capaci di trovare la via d'uscita? Come mai questa gente che si vanta orgogliosamente del passato, rimane con la mentalita' arretrata di 100 anni, dove il sesso č contemporaneamente tabu dei genitori e baricentro dei giovani.
E per cortesia, non cercate di capire quello che ho detto guardando da fuori. Per capirlo bisogna vivere l'Albania per almeno qualche settimana.

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Mesazh i vjetėr 30 Nëntor 2004 14:54
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darke
Syri i Natės

Regjistruar: 24/08/2003
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Citim:
Po citoj ato që tha Fajtori


Se fosse stato un albanese a fare questa domanda sarebbe considerato anti-albanese e forse traditore. Ma non lo č.

La domanda di darke č piu che giusta. Nascondersi sotto giustificazioni politiche non risolve la domanda finale. Come mai popoli cosi antichi e "gloriosi" oggi non sono capaci di trovare la via d'uscita? Come mai questa gente che si vanta orgogliosamente del passato, rimane con la mentalita' arretrata di 100 anni, dove il sesso č contemporaneamente tabu dei genitori e baricentro dei giovani.


What I said was not intended to be “anti-albanian”. It’s my point of view. Subjetive? Yes. But your point of view –as albanian- is more objetive than mine?. Facts cannot be separated from values. How people see and make sense out of the world depends on many factors as social background, past experience, age… So I see Albania with Spain in my background. But curiously, Spain is not so different to Albania! If you go to the “deep” Spain you can find this way to think: prejudices about people, sex, hard traditions… but for example I don’t think the same as my parents, nor I don’t think the same as a girl from Barcelona with the same age as me… so what’sthe point?… why do human being think and feel so differently?… I guess empathy and imagination are powerful instruments in a “outsider” -like me here- to understand “insiders” –albanians -. I remember what the historian Taylor Branch said: “Truth requires a maximum effort to see through the eyes of strangers, foreigners, and enemies”.

Citim:
Po citoj ato që tha Fajtori
E per cortesia, non cercate di capire quello che ho detto guardando da fuori. Per capirlo bisogna vivere l'Albania per almeno qualche settimana.

Per favore, io voglio sapere:p

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Mesazh i vjetėr 06 Dhjetor 2004 07:17
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rrushi
Anetar i regjistruar

Regjistruar: 03/04/2003
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Mesazhe: 162

[QUOTE]Po citoj ato që tha Unstoppable
[B]
"Non possono svilupare perche sono troppo occupatti di risolvere la dilema del loro nome e della loro identita !
C'e troppo odio nei Balcani , troppo rabbia tra gli nazioni che fanno imposibile di vivere in serenita tra di loro e dentro di loro!"

E ezatamente cosi. Per secoli interi la regione di Balcano, e specialmente l’Albania ha combattuto mille guerre diverse; contro i turchi, i serbi, comunismo pure, guerre contro l’opressione, guerre in nome della liberta, per protegere totto quello che rapresenta cio che č Albaneze, l'identita di un popolo. L'odio č stato per gli albanesi la cosa piu preciosa perche li ha aiutato a sopravivere, la loro identita č stata la cosa piu santa perche gli ha mantenuto l’orgolio e la forca di triumfare. Ma per il nostro tempo tutti cuesti mechanismi, che hano funzionato nel passato, sfortunatamente, non funzionano piu. E come se noi fossimo fissati in un stado regresato di sopravivenca.


Darke, Spain wasn’t invaded by the Ottoman Empire for 5 centuries. I’d say that makes a huge difference wouldn’t you?

__________________
Truth hurts

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Mesazh i vjetėr 07 Dhjetor 2004 00:40
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