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Ami-
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Italo Calvino

Italo Calvino nasce a Santiago de Las Vegas (Cuba) nel 1923, ma poco dopo si trasferisce con la famiglia a San Remo. I genitori, una naturalista e un agronomo che costituiscono il più remoto contatto di Calvino con il mondo della scienza, che avrÃ_ una parte cospicua nella sua più recente narrativa - gli danno un'educazione rigorosamente laica e poi lo avviano agli studi di Agraria che egli intraprende ma non porta a compimento. Si intromettono a interromperli la guerra e l'esperienza partigiana da un lato (nel 1943 raggiunge la brigata comunista Garibaldi per evitare l'arruolamento nell'esercito della Repubblica Sociale) e gli interessi politici, culturali e letterari dall'altro. Rientrato nel 1945 a Torino collabora a vari giornali (soprattutto a «l'UnitÃ_», dal 1946 al 1956), aderisce al PCI, si iscrive alla FacoltÃ_ di Lettere, collabora al «Politecnico» di Vittorini ed entra a far parte del gruppo redazionale della Einaudi. «Casa Einaudi» - dirÃ_ - «ha un posto molto grande nella mia biografia, è stata la mia universitÃ_. Ho cominciato a lavorarci quando ero un ragazzo senza arte né parte, e trovarmi in un ambiente interdisciplinare, aperto alla cultura mondiale, ha avuto un'importanza decisiva nella mia formazione». Qui appunto matura la sua vocazione a «scrivere pensando uno scaffale di libri non solo di letteratura» e nutre la sua nativa inclinazione a una cultura enciclopedica.

Esordio narrativo

Frattanto Calvino si laurea con una tesi su Conrad ed esordisce come scrittore. Dopo qualche prova minore (in parte ancora inedita), la sua carriera di narratore può farsi incominciare con la pubblicazione del romanzo d'argomento resistenziale Il sentiero dei nidi di ragno (1947), cui seguono i racconti di Ultimo vene il col-vo (1949). Sono opere che nascono nel clima culturale del neorealismo, ma che si distinguono subito, fra l'altro, per la natura "fiabesca" del realismo calviniano. L'opera palesemente "neorealista" e "operaia" - e decisamente fallimentare - di questo primo Calvino è un romanzo, I giovani del Po, edito solo in rivista («Officina») e solo vari anni più tardi (1957-1958).

L'impegno culturale e politico "militante" ha un corrispettivo in sede di poetica nella ricerca di una scrittura oggettiva e tesa alla definizione e chiarificazione della condizione dell'uomo nel proprio tempo: «Noi crediamo che l'impegno politico, il parteggiare, il compromettersi sia, ancor più che dovere, necessitÃ_ naturale dello scrittore d'oggi, e prima ancora che dello scrittore, dell'uomo moderno. [...] Noi pure siamo tra quelli che credono in una letteratura che sia presenza attiva nella storia, in una letteratura come educazione, di grado e di qualitÃ_ insostituibile». Così nell'importante saggio Il midollo del leone del 1955.

Due svolte

Nel 1952 però Vittorini «gli consiglia di abbandonare la linea "realistico socialpicaresca" del primo romanzo e di abbandonarsi alla sua vena di affabulatore» (Benussi): nasce così Il visconte dimezzato (1952), prima parte di quella trilogia fantastica e allegorica sull'uomo contemporaneo (1 nostri antenata; 1952-1959) che segna effettivamente una svolta nella carriera di narratore di Calvino. Un'altra significativa svolta ideologica e pratica è costituita dall'abbandono del Pci dopo i fatti di Ungheria del 1956 (i cui riflessi si colgono nel secondo volume della trilogia, Il barone rampante, 1957), che progressivamente lo porterÃ_ a rinunciare in quanto scrittore a un preciso e diretto impegno politico. In questi anni pubblica varie altre opere narrative, raccoglie e traduce le Fiabe italiane (1956) e svolge un'intensa attivitÃ_ saggistica su numerosissime riviste, dal «Contemporaneo», a «SocietÃ_», da «Passato e presente» a «Nuovi Argomenti». Tra il 1959 e il 1967 dirige con Vittorini l'importante rivista culturale e letteraria « Il menabò», in cui pubblica alcuni interventi fondamentali: Il mare dell'oggettivitÃ_ (1959) e La sfida al labirinto (1962), dove enuncia le ragioni di un impegno che ora può definirsi etico-conoscitivo. A questi si possono accostare anche i successivi interventi del 1965 (ad esempio L'Antilingua) nell'ambito di una polemica linguistica. Nel 1963 pubblica La giornata di uno scrutatore, che chiude il ciclo apertosi circa un decennio prima.

Il periodo parigino

Il trasferimento a Parigi nel 1964, dopo il matrimonio con Judith Ester Singer, apre un'altra fase della carriera di Calvino. Il contatto diretto con la cultura francese è assai fertile: « si trovò proiettato nel crocevia tra scienza e letteratura, e in quel paesaggio inestricabile e infinito sembrò ritrovare una seconda patria della sua fantasia» (Pampaloni). L'interesse per le scienze naturali e quelle umane (ora in particolare strutturalismo e semiotica), da sempre coltivato, si intensifica ed esercita un consistente influsso sulla narrativa: nascono prima Le cosmicomiche (1965) e Ti con zero (1967), di ispirazione originalmente fantascientifica, poi IL castello e La taverna dei destini incrociati (1969 e 1973), Le cittÃ_ invisibili (1972), che appartengono alla fase cosiddetta "combinatoria".

L'ultimo Calvino

Da Parigi continua la collaborazione con la Einaudi, e pubblica numerosissimi interventi, prefazioni, traduzioni. Tra il 1974 e il 1984 riprende un'organica collaborazione ai quotidiani, prima al «Corriere della Sera», poi alla «Repubblica». Nel 1979 pubblica Se una notte d'inverno un viaggiatore, un romanzo combinatorio che diventa un best seller, e poco dopo raccoglie i suoi più importanti saggi nel volume Una pietra sopra (1980). Nel 1980 si trasferisce a Roma. Nel 1983 pubblica i racconti di Palomar, l'ultimo suo libro einaudiano. Nel 1984 cambia editore, passando a Garzanti, presso cui pubblica Collezione di sabbia. Nel 1985, ricevuto l'incarico di tenere una serie di conferenze all'universitÃ_ di Harvard, prepara le Lezioni americane (edite postume nel 1988), ma non fa a tempo né a tenere le lezioni né a terminare la stesura del testo, perché colpito da un'emorragia cerebrale muore all'ospedale di Siena.

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Mesazh i vjetër 09 Shtator 2003 11:50
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Syri i Natës

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LE CITTÀ INVISIBILI

Waw Ami you touch my weak fibres talking about Italo Calvino :)

I love his work, actually he is one of my best preferred writers. I know the most of his books but specially "The invisible cities", in which I based a lot of art works of mine and my last investigation for doctorate :) .

Something that you don’t say in your biography about him and that I think is indispensable for knowing his work, is that he was in contact with the mathematician group Ou.Li.Po. in Paris . He collaborated with them, experiencing in the application of mathematical postulates to the literary creation. Imagine the ingenious mixture mathematics-poetry :P ...so Calvino did it! :D
did you know that the design for the invisible cities was a Moëbius ribbon?!!! :) Calvino used it cause he looked for the possibility to create a text without principle neither end, and at the same time using this model allowed him to multiply the longitude of the written lines until the infinite. It’s really impresionant… I had a draw where it was very clearly explained… I will look for it and I’ll post it here :)
Calvino was really an erudite… he based to write this book on many authors and classic works as the philosophers Lucrecio or Galileo, or the books "The thousand and one nights", or "Utopia" by Tomás Moore, "The Decameron"... (i don't know if this is the right translation of the tittles of these books :P )

this book is really amazing... I LOVE IT! … it is one of the best books I ever have read :)

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No, no dejéis cerradas las puertas de la noche, del viento, del relámpago, la de lo nunca visto.

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Mesazh i vjetër 06 Tetor 2003 00:33
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Syri i Natës

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LE CITTÀ INVISIBILI

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This is the Moëbius ribbon and how every theme about the city is placed in it to become in an infinite journey, then an infinite book... like the "Sand Book" by Jorge LuÃ_s Borges

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Mesazh i vjetër 16 Tetor 2003 00:35
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Le Opere: Il barone rampante

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Fu il 15 di giugno del 1767 che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette per l'ultima volta in mezzo a noi. Ricordo come fosse oggi. Eravamo nella sala da pranzo della nostra villa d'Ombrosa, le finestre inquadravano i folti rami del grande elce del parco. Era mezzogiorno, e la nostra famiglia per vecchia tradizione sedeva a tavola a quell’ora. Tirava vento dal mare, ricordo, e si muovevano le foglie. Cosimo disse: - Ho detto che non voglio e non voglio! - e respinse il piatto di lumache. Mai s’era vista disubbidienza più grave.

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Mesazh i vjetër 28 Shtator 2005 23:07
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Il cavaliere inesistente

Sotto le rosse mura di Parigi era schierato l'esercito di Francia. Carlomagno doveva passare in rivista i paladini. GiÃ_ da più di tre ore erano lì; faceva caldo; era un pomeriggio di prima estate, un po' coperto, nuvoloso; nelle armature si bolliva come in pentole tenute a fuoco lento.

terzo dei libri della trilogia araldica, è stato scritto da Italo Calvino nel 1959. Ambientato in un fantasioso Medioevo con caratteri di modernitÃ_, ha fornito ai critici svariate letture; addirittura, fatto smentito poi dallo stesso autore, il libro è stato interpretato come lo sbando del partito comunista (malato di burocrazia) alla fine degli anni Cinquanta.

LA TRAMA
Una monaca viene incaricata di scrivere un libro sulle vicende legate alle battaglie dei paladini di Carlo Magno. La carta sulla quale scrive diviene una mappa, assume i corrugamenti del terreno ed il movimento delle onde. Tra i pochi personaggi dettagliati spicca Agilulfo Emo Bertrandino dei Guildiverni e degli Altri di Corbentraz e Sura, cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez: un nome lunghissimo per un’armatura bianca animata dallo spirito di un cavaliere che in realtÃ_ non esiste. L'armatura infatti al suo interno è vuota. Agilulfo è un paladino di Carlo Magno, il più attivo e pedantemente preciso; ha molto tempo perché non ha bisogno di mangiare o bere o dormire, non è amato dagli altri nobili il cui giudizio è in parte condiviso dallo stesso imperatore. Al cavaliere inesistente guardano con occhi diversi il giovane Rambaldo (che vorrebbe da lui essere introdotto alle arti militari) e la bella e sorprendente Bradamante (amazzone alla quale manca solo un’esperienza sessuale con Agilulfo per esaurire l’universo maschile). Quando l’impavido cavaliere è minacciato di perdere il proprio blasone inizia l’intreccio dei viaggi di Agilulfo alla ricerca della vergine Priscilla e di Torrismondo, il presunto figlio della suddetta vergine (il padre di Torrismondo sarebbe un intero ordine monastico-cavalleresco).

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Modifikuar nga Lela_Dr datë 28/09/2005 ora 23:59

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Mesazh i vjetër 28 Shtator 2005 23:09
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Il visconte dimezzato

C'era una guerra contro i turchi. Il visconte Medardo di Terralba, mio zio, cavalcava per la pianura di Boemia diretto all'accampamento dei cristiani. Lo seguiva uno scudiero a nome Curzio.

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Se una notte d'inverno un viaggiatore

Stai per cominciare a leggare il nuovo romanzo 'Se una notte d'inverno un viaggiatore' di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell'indistinto. La porta è meglio chiuderla; di lÃ_ c'è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: "No, non voglio vedere la televisione!" Alza la voce, se non non ti sentono: "Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!" Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: "Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!" O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace.

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Mesazh i vjetër 28 Shtator 2005 23:30
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La giornata di uno scrutatore

La giornata di uno scrutatore è un romanzo pubblicato da Italo Calvino nel 1964. Si tratta di un libro molto importante in quanto segna la crisi della stagione dell'impegno politico di Calvino, iniziata nel 1945 con Il sentiero dei nidi di ragno, lasciando il posto ad una fase scientista prima e vagamente nichilista poi.


LA TRAMA
Il romanzo racconta la giornata che Amerigo Ormea, intellettuale comunista, passa come scrutatore durante le elezioni del 1953 alla Piccola Casa della Divina Provvidenza "Cottolengo" di Torino, un istituto religioso dove sono ricoverati migliaia di minorati fisici e mentali. Lo scopo di Amerigo è quello di impedire che persone incapaci di intendere e di volere siano indotte dai religiosi a votare per la DC; tuttavia la vista di tutti gli infelici che abitano quel mondo parallelo scuoterÃ_ profondamente la coscienza di Amerigo, mettendo in crisi tutte le sue certezza e rendendolo, alla fine della giornata, un uomo diverso.

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Mesazh i vjetër 29 Shtator 2005 00:02
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